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03 Dic 2015

Don Maffeis (CEI) al Comitato dei presidenti e delegati Copercom

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Camminiamo e progettiamo insieme

“Camminare e progettare insieme”. Lo ha affermato don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali Cei, intervenendo il 3 dicembre a Roma ai lavori del Comitato dei presidenti e delegati Copercom. Don Maffeis ha illustrato ai responsabili delle ventinove associazioni aderenti al Coordinamento le priorità dell’Ufficio comunicazioni.

 

Le parole di don Maffeis sono state introdotte dal video dell’Angelus dell’8 novembre, fatto proiettare dal direttore dell’ufficio. Nel filmato, Papa Francesco si rivolge ai fedeli parlando del “triste fatto” del furto di documenti in Vaticano e del “lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutta la Chiesa”. “Il Papa, per certi versi, ha già vinto”, ha spiegato don Maffeis. “Quale sarà la ricaduta finale di questa riforma? Una domanda ancora più giustificata dopo il viaggio in Africa”. Allo stesso tempo, ha aggiunto, “viene da chiedersi se non ci sia in atto un tentativo di separare il Papa dalla Chiesa”. “Papa Francesco ci ha abituato fin dall’inizio a segni di forte impatto comunicativo, fin dalla scelta di Santa Marta. Questo tipo di comunicazione si inserisce nel magistero di Papa Benedetto”.

 

“Quelli di Papa Francesco – ha poi proseguito – sono gesti che chiedono una risposta, a cui ci ha abituato fin dalla richiesta della benedizione del popolo quando si presentò al mondo dalla loggia dopo la sua elezione”. Il Papa, ha sottolineato il direttore, “accorcia tutte le distanze, proprio come la comunicazione odierna. È un Papa che aiuta a fare i titoli e che potremmo raccontare con l’essenzialità di Twitter”.

 

Parlando delle priorità della comunicazione “ai tempi di Francesco”, don Maffeis ha affermato che a volte “pesa la fatica nel decifrare quello che il Papa è e fa. Quello di Francesco è un papato che ci scuote e provoca. Il Papa parla spesso di periferie, che addita come orizzonti della missione della Chiesa. Non si tratta di un termine di moda, come a volte lo intendiamo noi. È una provocazione non tanto a fare proselitismo, ma a costruire cammini di prossimità”. Nella consapevolezza che alla Chiesa ci si avvicina per “attrazione”. Allo stesso tempo, “con questo Papa, noi stessi, come Italia, siamo diventati più periferici”. Ogni giorno, ha precisato il direttore, “Papa Francesco ci insegna trasparenza e credibilità, che gli viene riconosciuta da tutti”.

 

Per don Maffeis “la nostra comunicazione non può essere diversa da quella del Pontefice”. Per questo “avvertiamo l’esigenza di studiare e di approfondire. Un’urgenza che ho percepito, girando per l’Italia, è quella della formazione”. Il direttore si è soffermato sulla “tanta passione trovata, ma molto è ancora affidato al volontariato. È cresciuta senz’altro la professionalità”, ha osservato, sottolineando “come redazioni e uffici comunicazioni costituiscano un patrimonio che nessuno ha. Sono punti di riferimento che sanno offrire riflessioni e chiavi di lettura”. Inoltre, ha fatto il punto su tutto il complesso sistema dell’editoria cattolica, dalla carta stampata all’offerta digitale, non nascondendo le gravi difficoltà che investono anche il settore dei media cattolici in senso lato.

 

“Il giornale serve se fa opinione, e per fare opinione deve circolare”, ha spiegato. “Senza individuare prospettive di rilancio è difficile difenderne la sopravvivenza”. Lo stesso vale per “l’emittenza radiofonica, con un patrimonio di professionisti e di frequenze, l’editoria cattolica, la stampa missionaria”. “Nulla sarà più come prima”, ha concluso don Maffeis, per il quale “siamo chiamati ad accompagnare la trasformazione aiutando la formazione di competenze e conoscenze”. Con un’attenzione costante ai territori, nei quali è possibile costruire efficaci sinergie sia sotto il profilo dei contenuti sia della operatività.

 

Nel dibattito seguito all’intervento di don Ivan Maffeis sono intervenuti moltissimi fra presidenti e delegati delle ventinove associazioni aderenti al Copercom, offrendo non solo la propria collaborazione, ma formulando anche proposte innovative, in particolare sotto il profilo della formazione trasversale stampa-mondo digitale.

(Fonte: Copercom)

 

 

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