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50.a Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali

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05-05-2016

Cari fratelli e sorelle,
l’Anno Santo della Misericordia ci invita a riflettere sul rapporto tra la comunicazione e la misericordia. In effetti la Chiesa, unita a Cristo, incarnazione vivente di Dio Misericordioso, è chiamata a vivere la misericordia quale tratto distintivo di tutto il suo essere e il suo agire. Ciò che diciamo e come lo diciamo, ogni parola e ogni gesto dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti. L’amore, per sua natura, è comunicazione, conduce ad aprirsi e a non isolarsi. E se il nostro cuore e i nostri gesti sono animati dalla carità, dall’amore divino, la nostra comunicazione sarà portatrice della forza di Dio. […].

La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società. Com’è bello vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia. Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale. Pertanto, parole e azioni siano tali da aiutarci ad uscire dai circoli viziosi delle condanne e delle vendette, che continuano ad intrappolare gli individui e le nazioni, e che conducono ad esprimersi con messaggi di odio. La parola del cristiano, invece, si propone di far crescere la comunione e, anche quando deve condannare con fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione e la comunicazione. […].

Ascoltare non è mai facile. A volte è più comodo fingersi sordi. Ascoltare significa prestare attenzione, avere desiderio di comprendere, di dare valore, rispettare, custodire la parola altrui. Nell’ascolto si consuma una sorta di martirio, un sacrificio di sé stessi in cui si rinnova il gesto sacro compiuto da Mosè davanti al roveto ardente: togliersi i sandali sulla “terra santa” dell’incontro con l’altro che mi parla (cfr Es 3,5). Saper ascoltare è una grazia immensa, è un dono che bisogna invocare per poi esercitarsi a praticarlo.
Anche e-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane. Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione. Le reti sociali sono capaci di favorire le relazioni e di promuovere il bene della società ma possono anche condurre ad un’ulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi. L’ambiente digitale è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale. Prego che l’Anno Giubilare vissuto nella misericordia «ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione» (Misericordiae Vultus, 23). Anche in rete si costruisce una vera cittadinanza. L’accesso alle reti digitali comporta una responsabilità per l’altro, che non vediamo ma è reale, ha la sua dignità che va rispettata. La rete può essere ben utilizzata per far crescere una società sana e aperta alla condivisione.

Dal Messaggio di papa Francesco per la 50.a Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali

Don Maffeis (CEI) al Comitato dei presidenti e delegati Copercom

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05-12-2015

Camminiamo e progettiamo insieme

“Camminare e progettare insieme”. Lo ha affermato don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali Cei, intervenendo il 3 dicembre a Roma ai lavori del Comitato dei presidenti e delegati Copercom. Don Maffeis ha illustrato ai responsabili delle ventinove associazioni aderenti al Coordinamento le priorità dell’Ufficio comunicazioni.

 

Le parole di don Maffeis sono state introdotte dal video dell’Angelus dell’8 novembre, fatto proiettare dal direttore dell’ufficio. Nel filmato, Papa Francesco si rivolge ai fedeli parlando del “triste fatto” del furto di documenti in Vaticano e del “lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutta la Chiesa”. “Il Papa, per certi versi, ha già vinto”, ha spiegato don Maffeis. “Quale sarà la ricaduta finale di questa riforma? Una domanda ancora più giustificata dopo il viaggio in Africa”. Allo stesso tempo, ha aggiunto, “viene da chiedersi se non ci sia in atto un tentativo di separare il Papa dalla Chiesa”. “Papa Francesco ci ha abituato fin dall’inizio a segni di forte impatto comunicativo, fin dalla scelta di Santa Marta. Questo tipo di comunicazione si inserisce nel magistero di Papa Benedetto”.

 

“Quelli di Papa Francesco – ha poi proseguito – sono gesti che chiedono una risposta, a cui ci ha abituato fin dalla richiesta della benedizione del popolo quando si presentò al mondo dalla loggia dopo la sua elezione”. Il Papa, ha sottolineato il direttore, “accorcia tutte le distanze, proprio come la comunicazione odierna. È un Papa che aiuta a fare i titoli e che potremmo raccontare con l’essenzialità di Twitter”.

 

Parlando delle priorità della comunicazione “ai tempi di Francesco”, don Maffeis ha affermato che a volte “pesa la fatica nel decifrare quello che il Papa è e fa. Quello di Francesco è un papato che ci scuote e provoca. Il Papa parla spesso di periferie, che addita come orizzonti della missione della Chiesa. Non si tratta di un termine di moda, come a volte lo intendiamo noi. È una provocazione non tanto a fare proselitismo, ma a costruire cammini di prossimità”. Nella consapevolezza che alla Chiesa ci si avvicina per “attrazione”. Allo stesso tempo, “con questo Papa, noi stessi, come Italia, siamo diventati più periferici”. Ogni giorno, ha precisato il direttore, “Papa Francesco ci insegna trasparenza e credibilità, che gli viene riconosciuta da tutti”.

 

Per don Maffeis “la nostra comunicazione non può essere diversa da quella del Pontefice”. Per questo “avvertiamo l’esigenza di studiare e di approfondire. Un’urgenza che ho percepito, girando per l’Italia, è quella della formazione”. Il direttore si è soffermato sulla “tanta passione trovata, ma molto è ancora affidato al volontariato. È cresciuta senz’altro la professionalità”, ha osservato, sottolineando “come redazioni e uffici comunicazioni costituiscano un patrimonio che nessuno ha. Sono punti di riferimento che sanno offrire riflessioni e chiavi di lettura”. Inoltre, ha fatto il punto su tutto il complesso sistema dell’editoria cattolica, dalla carta stampata all’offerta digitale, non nascondendo le gravi difficoltà che investono anche il settore dei media cattolici in senso lato.

 

“Il giornale serve se fa opinione, e per fare opinione deve circolare”, ha spiegato. “Senza individuare prospettive di rilancio è difficile difenderne la sopravvivenza”. Lo stesso vale per “l’emittenza radiofonica, con un patrimonio di professionisti e di frequenze, l’editoria cattolica, la stampa missionaria”. “Nulla sarà più come prima”, ha concluso don Maffeis, per il quale “siamo chiamati ad accompagnare la trasformazione aiutando la formazione di competenze e conoscenze”. Con un’attenzione costante ai territori, nei quali è possibile costruire efficaci sinergie sia sotto il profilo dei contenuti sia della operatività.

 

Nel dibattito seguito all’intervento di don Ivan Maffeis sono intervenuti moltissimi fra presidenti e delegati delle ventinove associazioni aderenti al Copercom, offrendo non solo la propria collaborazione, ma formulando anche proposte innovative, in particolare sotto il profilo della formazione trasversale stampa-mondo digitale.

(Fonte: Copercom)

 

 

La famiglia perfetta non esiste, ma… è sempre comunicazione – 49ª Gmcs (Video)

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15-05-2015

 

“La famiglia perfetta non esiste, e meno male aggiunge il Papa, perché la famiglia non è un modello astratto. È piuttosto il luogo nel quale si impara la relazione, si impara a fare i conti con l’altro: ad amare, a mettersi in rapporto, anche a perdonare. Questa è l’importanza vera della famiglia dal punto di vista della comunicazione. Francesco è realista quando riconosce le difficoltà della vita familiare e chiede ai mass media di non fare della famiglia il terreno di battaglie ideologiche. È realista quando riconosce che i mass media, soprattutto quelli più moderni tanto diffusi fra i giovani, possono favorire e nello stesso tempo ostacolare con la loro invadenza gli spazi della comunicazione fra le persone. Ed è altrettanto realista quando chiede di imparare a guidare il nostro rapporto con questi strumenti, evitando che siano loro a guidare noi. […]. La famiglia è il luogo privilegiato per imparare la comunicazione più autentica, rivolta al bene della persona e dei gruppi. La famiglia è proprio comunità comunicante” (Aldo Maria Valli, vaticanista).

 

Laudato sii…

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11-05-2015

 

 

… per gli strumenti della comunicazione sociale

 

Laudato sii, Signore, per nostro fratello giornale, porta aperta sul mondo. Laudato sii per i redattori e le redattrici, i giornalisti, i fotografi, i grafici… Per tutti i professionisti dell’informazione che, pagando con la loro stessa vita, sono testimoni di quanto accade, risvegliano le coscienze, sono al servizio della verità.

 

Laudato sii, Signore, per nostro fratello libro, fedele compagno d’ogni giorno, gioia per il cuore e nutrimento dello spirito. Laudato sii per i poeti, gli scrittori e le scrittrici, gli editori, i librai, i bibliotecari… che mettono i loro talenti al servizio della vita, della fede e della cultura.

 

Laudato sii, Signore, per nostro fratello cinema, nel suo dinamico narrare agisce intensamente sull’uomo. Laudato sii per gli attori, gli sceneggiatori, i registi e i produttori, interpreti del vero e del bello, di ciò che canta la vita e costruisce la persona.

 

Laudato sii, Signore, per nostra sorella radio, che cammina sulle ali del vento e tanto piccola fa la terra. Laudato sii per tutti gli operatori radiofonici che si adoperano per far crescere nel mondo la fraternità e la solidarietà.

 

Laudato sii, Signore, per nostra sorella televisione, “cattedra” che si pone nel cuore di ogni casa. Laudato sii per i responsabili dei palinsesti e i conduttori dei programmi che contribuiscono a creare speranza e a far crescere un’umanità nuova.

 

Laudato sii, Signore, per i nostri fratelli cd e dvd, per le fibre ottiche e i satelliti, per il  computer e internet. Laudato sii per gli informatici, i musicisti, i cantanti, gli operatori della comunicazione che lavorano per la giustizia e la pace e collaborano così alla costruzione del tuo regno.

 

 

 

«La stampa, il cinema, la radio, la televisione… costituiscono oggi le più urgenti, le più rapide ed efficaci opere di apostolato».

Beato Don Alberione

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